La tradizione vuole che, dopo la predicazione di S. Bernardino da Siena, la residenza fortificata dei Suardi, posta sulla sommità del colle, fosse trasformata in chiesa, forse già dal 1415. Sappiamo però che nel 1455 la Repubblica di Venezia ordinava di demolire tutte le fortificazioni private e può essere questa una delle ragioni per cui si pensò alla modificazione.

Osservando il luogo dove è ubicata la costruzione, sono tuttora visibili gli avvallamenti che servivano da difesa, raro esempio ancora riscontrabile.

Nel 1445 in un antico stradario di Nembro era indicata la strada al castello, confermandone l’esistenza.

La chiesetta era di proprietà del Consorzio della Misericordia Maggiore (MIA), così come la chiesa di S. Sebastiano, ma lo scarso utilizzo e il continuo abbandono portarono la MIA a cederla alla Parrocchia di S. Martino nel 1891.

Il suo ruolo non cambierà, perché rimarrà ai margini della vita della comunità, anche se l’amenità del posto e il silenzio che la circonda possono essere da stimolo per momenti di più intima meditazione.

Attualmente vi si celebra il 29 giugno, come anticamente si era soliti fare, la festa dei SS. Pietro e Paolo. In passato era a volte utilizzata durante le Rogazioni.

La costruzione

Un sentiero e una scalinata portano alla chiesa, che si presenta con una semplice facciata intonacata. Ai lati del portale d’ingresso, ad arco a sesto acuto, due finestrelle. Una terza finestra più grande è aperta sopra il portale.

Le pareti esterne sono intonacate ma è pensabile che i materiali utilizzati nella costruzione siano poveri: ciottoli (borlanti) e pietre di risulta riutilizzate. La parete a nord è ciò che rimane dell’antico castello.

L'interno

È un’unica navata divisa in due campate da un arco a sesto acuto, nella seconda si apre il presbiterio con una piccola abside. Un’apertura nella parete a destra della prima campata permette di assistere alle funzioni da un attiguo corridoio. La chiesa appare oggi spoglia, purtroppo fu meta più volte di ladri che ne hanno asportato una decina di tele d'autore ignoto ed altre suppellettili di pregio.

L’unico dipinto rimasto, datato 1515, è un’ingenua immagine su tavola di Cristo vicino a S. Paolo, mentre benedice S. Pietro che si trova in una piccola barca.

Sarebbe interessante verificare se sotto l’intonaco vi siano tracce d’affreschi. Attualmente è visibile solo la parte superiore di un Cristo con gli strumenti della passione e lacerti di Cristo in Pietà. La parte restante è ormai illeggibile perché in pessimo stato. Altre pitture forse seicentesche, inserite entro medaglioni, raccontano i Misteri del Rosario. All’esterno si potrebbero poi studiare con scavi e indagini archeologiche sia gli avvallamenti sia la zona a nord della costruzione.

Le Rogazioni

Erano processioni che si facevano solitamente prima della festa dell’Ascensione, per tre giorni di seguito, per ottenere un buon raccolto. Occasionalmente erano riproposte a protezione dei raccolti o per invocare la pioggia.

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