2 marzo 2022: GIORNATA DEDICATA ALLA PACE

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  • mercoledì 2 marzo 2022
  • immagini, video e il discorso completo del Sindaco

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Clicca qui per vedere il video della manifestazione per la pace tenutasi in Piazza della Libertà il 2 marzo 2022:
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Di seguito il discorso completo del Sindaco Claudio Cancelli, alla manifestazione per la pace, del 2 marzo 2022, in Piazza della Libertà a Nembro:

Questi giorni tragici ci hanno messo di fronte a una cruda e mai immaginata realtà: la guerra è nel cuore dell’Europa, dove non avremmo mai immaginato potesse accadere nonostante i segnali drammatici della guerra degli ex-paesi jugoslavi al termine del XX secolo.

Abbiamo avuto 70 anni di pace nello scenario europeo dopo che due guerre mondiali ci avevano portato nell’abisso della storia europea con la guerra con armi chimiche, le pesanti conseguenze sui civili nei conflitti, l’abbandono di ogni parvenza di umanità con le leggi razziali e lo sterminio degli ebrei.

Per questo al termine della II guerra mondiale, nel 1945 il preambolo allo Statuto dell’ONU diceva:

NOI, POPOLI DELLE NAZIONI UNITE, DECISI

a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all'umanità,

a riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell'uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nella eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi e piccole,

a creare le condizioni in cui la giustizia ed il rispetto degli obblighi derivanti dai trattati e dalle altre fonti del diritto internazionale possano essere mantenuti,

a promuovere il progresso sociale ed un più elevato tenore di vita in una più ampia libertà,

e per tali fini

a praticare la tolleranza ed a vivere in pace l'uno con l'altro in rapporti di buon vicinato,

ad unire le nostre forze per mantenere la pace e la sicurezza internazionale,

ad assicurare, mediante l'accettazione di principi e l'istituzione di sistemi, che la forza delle armi non sarà usata, salvo che nell'interesse comune,

ad impiegare strumenti internazionali per promuovere il progresso economico e sociale di tutti i popoli,

abbiamo risoluto di unire i nostri sforzi per il raggiungimento di tali fini

Non a caso, nel 1948 la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo affermava:

Art.1:

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

E ancora non a caso sempre nel 1948 entrava in vigore la Costituzione Italiana che all’articolo 11 così si esprime:

Art.11

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Il lungo periodo di pace in Europa era il frutto di ciò che le nostre nazioni avevano appreso dagli eventi tragici del Novecento e ci aveva dato l’illusione che la guerra fosse scomparsa dalla realtà possibile, almeno in Europa. Eppure, la guerra nella ex-Jugoslava avrebbe dovuto risvegliare le nostre coscienze addormentate dal benessere del boom economico del dopoguerra.

Oggi tutto ciò sembra cambiato.

Gino Strada, fondatore di Emergency scomparso nell’agosto dello scorso anno, ci ricordava sempre che non esiste un modo civile di fare la guerra. In ogni guerra le conseguenze sulla popolazione civile e sui bambini in particolare, che rappresentano in genere 1/3 delle vittime, sono pesantissime, volute e ricercate come forma di terrore e di pressione psicologica, come dimostrano le notizie di questi giorni sull’accanimento delle armate russe sulla popolazione ucraina con l’uso di armi come i razzi sulle città e le bombe a grappolo.

Sabato scorso, 26 febbraio, molti di noi hanno partecipato al presidio a Bergamo a sostegno del popolo ucraino. Ebbene, guardare le donne ucraine, i giovani ucraini che vivono nei nostri paesi, spesso garantendo la cura ai nostri anziani, vedere i loro occhi pieni di lacrime, scorgere la preoccupazione e la paura per i loro parenti che vivono in Ucraina, cogliere il loro spaesamento angosciato è stata un’emozione fortissima per tutti noi presenti. Ho pensato: queste persone sono nostre sorelle e nostri fratelli, nostri genitori, nostri figli o nipoti, nostri amici.

Nella tragicità degli eventi può emergere una coscienza europea più alta di quella che abbiamo praticato in questi decenni, una consapevolezza dell’identità europea e dei valori di democrazia e di rispetto dei popoli capace di superare le lingue, di abbattere i muri della diffidenza e ridurre le distanze tra noi. È questa idea di Europa come luogo fisico e ideale che non vuole sottomettere altri popoli, non desidera conquistare nuove nazioni, ma proporsi come modello di rispetto dei diritti fondamentali delle persone e della convivenza possibile.

Noi oggi non difendiamo semplicemente l’Ucraina. Difendiamo i nostri ideali di pace e democrazia, pur nelle sue imperfezioni e mancanze. Non siamo contro qualcuno, non ce l’abbiamo col popolo russo, anzi siamo con lo stesso popolo russo che desidera la pace e la democrazia.

Certamente siamo contro. Contro le dittature e le autocrazie, che generano ingiustizie per i popoli e guerre per mantenere l’oppressione e il potere assoluto. Attenzione: non dobbiamo esportare la democrazia, come erroneamente è stato pensato anche in un recente passato: dobbiamo piuttosto rappresentare un punto di riferimento e un esempio per garantire il rispetto dei diritti delle persone e dei diritti dell’uomo. E su questo rimane attuale, non dimentichiamolo nemmeno in questo momento drammatico, il problema delle disuguaglianze nelle nostre società, perché queste minano la stessa base delle democrazie moderne e della nostra convivenza civile.

Oggi, nel momento in cui il brutale attacco all’Ucraina mette in discussione il diritto di questo popolo, non possiamo rimanere indifferenti. Non possiamo barattare gli affari economici con la libertà del popolo ucraino. Non possiamo rinunciare all’azione per paura che cresca la bolletta dell’energia o il timore di possibili sacrifici. Se lo facessimo, daremmo spazio a Putin un dittatore folle che, come Hitler nel 1938 (occupazione della Cecoslovacchia), non si accontenterà mai dei compromessi e delle concessioni, ma le userà come base per nuove aggressioni.

Dobbiamo difendere il popolo ucraino come fosse il nostro e garantire a loro il diritto all’autodeterminazione e alla libertà. Dobbiamo garantire la vita e il futuro dei bambini ucraini come fossero i nostri figli; dobbiamo far sentire la nostra vicinanza, la solidarietà concreta con le donazioni, dobbiamo accettare di pagare un prezzo anche noi per il loro futuro che è strettamente connesso al nostro. Difendiamo l’Ucraina per difendere la nostra idea di Europa e le nostre democrazie e vorremmo che si associasse a noi lo stesso popolo russo che oggi sta pagando le conseguenze di ciò che sta succedendo. Per questo invitiamo tutti a:

  • all’adesione al digiuno proposto una settimana fa da Papa Francesco a credenti e non credenti nella giornata di oggi. È un piccolo segno che ognuno potrà vivere in modo personale e privato. Ha il valore di una scelta che ci avvicina al popolo ucraino. Oggi in Ucraina sicuramente ci sono bambini e persone che non sceglieranno di digiunare, ma saranno costretti a vivere in condizioni estreme nelle quali lo stesso cibo non è garantito.
  • alla donazione, per chi può, di somme di denaro per aiutare il popolo ucraino in questo difficile momento e garantire la sopravvivenza dei più deboli. Noi invitiamo ad appoggiarsi alla Caritas di Bergamo, andando sul loro sito e offrendo quanto uno può e desidera.
  • alla partecipazione a tutte le iniziative per sostenere l’attuale emergenza umanitaria sia in Ucraina sia in Italia, anche per l’accoglienza ai profughi che dovremo garantire.

Sono azioni importanti segni di una coscienza che non può nascondersi di fronte a una tragedia che colpisce innocenti e fragili.

C'è una nuova fratellanza e la coscienza della comune identità europea che, lo ripeto, ci unisce al di là delle lingue e delle distanze. L'uomo è l'essere più distruttivo di questo pianeta, ma esiste la possibilità che possa essere salvato da se stesso attraverso la solidarietà verso il prossimo, la condivisione del dolore e la dimensione sociale del nostro spirito interiore più profondo.

Sosteniamo il popolo ucraino, sosteniamo i nostri fratelli, promuoviamo la pace e la democrazia.

Il Sindaco di Nembro
Claudio Cancelli
Nembro, mercoledì 2 marzo 2022

 

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