"Cara professoressa" è un canto d'amore per la scuola pubblica.
Gianni è un bidello di una scuola italiana. Uno studente gli regala "Lettera a una professoressa" di Don Milani e i ragazzi di Barbiana. Nel libro Gianni trova la sua storia, scopre che tra la scuola che combatte Don Milani e la scuola attuale ci sono molte cose in comune, che la scuola pubblica italiana è cambiata, ma non così tanto.
Gianni racconta la sua storia scolastica e umana, con tutte le pazzie e le paranoie di un adolescente, con la musica dei Nirvana e un amore non corrisposto, ma anche con tutte le difficoltà che la scuola nasconde. Perché la scuola italiana è ancora un luogo di umiliazione, di discriminazione e di ingiustizia.
Poi però Gianni finisce per guardarsi attorno, come i ragazzi di Don Milani. E scopre che in Finlandia la scuola pubblica ha preso tutta un'altra strada, una strada di coraggio, di fiducia e responsabilità. Esattamente le cose che mancano alla scuola italiana.
Beppe Casales fa teatro dal 1998. Ha lavorato tra gli altri con Toni Servillo, Anna Bonaiuto, Michela Cescon e Mirko Artuso. Dagli anni 2000 la sua ricerca artistica si concentra sul teatro di narrazione, un teatro popolare. Seguendo una continua ricerca di un linguaggio originale ha messo in scena “Salud”, “Einstein aveva ragione”, “Appunti per la rivoluzione” e “La spremuta - Rosarno, migranti, 'ndrangheta” (selezionato per il Torino Fringe Festival 2013, vince il premio “LiNUTILE del teatro” 2013, 150 repliche in tutta Italia), "L'albero storto - una storia di trincea", SUPERFIABA", “Welcome” spettacolo patrocinato da Amnesty International Italia e “Nazieuropa”.
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Organizzato da Coordinamento Provinciale Bergamasco Enti Locali per la Pace - Rete della pace Bergamo
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